Una nuova stagione
Vi starete chiedendo che fine abbia fatto la donna chic, se si sia lasciata persuadere da una villeggiatura estiva o se sia da considerare dispersa nella Penisola di Malacca. Certo, la possibilità di immaginarla in compagnia di una tigre malese non è poi così remota, ma lasciarla avvolta nella sua aura di mistero è doveroso per tutti noi - d’altra parte sappiamo bene che si è trattato solo di una breve pausa e che presto ricomparirà ancheggiando nelle fredde notti invernali come una vera habitué.
Dispenserà consigli sull’arte del corteggiamento, si dilungherà sui benefici di un letto foderato di seta e renderà noti i suoi dubbi più profondi nei confronti di chi si definisce avanguardista - nessuno fa più avanguardia da un pezzo! Ci saranno cambiamenti, personaggi avvolti in mantelli esuberanti e un gentiluomo farà la sua comparsa, ma adesso, con ancora un po’ di salsedine addosso e una lista di buoni propositi scritti a penna su fogli già smarriti, ecco un piccolo elenco del superfluo essenziale necessario ad uno stile di vita veramente chic perché - anche se è vero che non è tutto oro quel che riluce - questa ha proprio l’aria di essere una nuova stagione.
Un abito da mezza sera
Un cocktail è probabilmente il più démodé, noioso, meno esclusivo - e per questo il più diffuso - dei ricevimenti. L’abito da cocktail - che preferirei appunto chiamare da mezza sera - è l’imprescindibile di una nuova stagione di inviti ricevuti tramite telefonata e mai più seguiti da cartoncini stampati. Deve essere più buio della notte e più abbagliante di un cielo diamantato, di un nero così sfolgorante da sfiorare il drammatico. Via le tappezzerie, le code lunghe 5 metri, la biancheria fiamminga, il tulle e le pellicce di procione o d’ermellino tinte di mogano, sarà semplice e disarmante, stretto quanto basta e lungo tanto da permettere un flebile movimento. Da indossare sorseggiando un Deauville per poi dissolversi nel nulla come solo un frequentatore assiduo di feste sa fare.
Un gatto senza pelo
Erede di una stirpe di felini aztechi, il gatto egiziano è l’animale da compagnia adatto alle mille avventure che verranno. Certo, una gallina Moroseta e una papera da corsa inglese sono ancora ben desiderate, ma lo Sphynx ha un evidente fascino moderno che ben si addice alla vita da salotto.
Un mezzobusto
Si sa, l’oriente fa chic e sbaglia chi crede che l’importanza di un tappeto orientale non superi a dismisura quella di un dipinto d’autore. Ma ho dovuto ricredermi quando ho sentito di un ragazzo che si è fatto fare un mezzobusto a sua immagine e somiglianza. Mi è sembrato totalmente anacronistico di questi tempi - e a tratti narcisistico - ma decisamente chic. Siano quindi ben accetti novelli scultori e aspiranti artisti, il mezzobusto - che sia fedele o concettuale - è l’accessorio immancabile di chi ha fatto dell’egocentrismo la sua dote migliore.
Un ventaglio tailandese
Massima espressione di mondanità cosmopolita, il ventaglio è la quintessenza di chi sa conquistare avvalendosi più della propria gestualità che del proprio intelletto. Niente piume di struzzo, ma incisioni fatte a mano e colori che vanno dal porpora al glicine. Una vera arma di seduzione propizia al più abile dei giocatori che - come un vero predatore - sa far palpitare il cuore di coloro che si lasceranno inebriare dalla dimestichezza dei movimenti di una mano sinuosa che apre un ventaglio con la stessa decisione con cui io indosserei i gioielli della corona imperiale russa.
Un po’ di immodestia
Sacrosante siano la vanità, la mancanza di pudore e la sfacciataggine con cui si parla di emancipazione durante una cena a base di ostriche, pettegolezzi e champagne. L’immodestia è il lusso del XXI secolo. Virtù di pochi eletti, riservata a chi non ha il benché minimo senso del ridicolo, sarà il manto di cui ci vestiremo in questa nuova stagione, perché l’ironia - al contrario della maleducazione - non è passata mai di moda.
Illustrazione a cura di Francesca Caserta